Tag: Antincendio

Antincendio per Attività a MEDIO rischio

Il datore di lavoro ha l’obbligo, secondo quanto disposto dalla Sezione VI del D.Lgs. 81/08 “Gestione delle emergenze”, in particolare all’art. 43 e 46, di prevenire le situazioni di emergenza o comunque prevederle proceduralizzando le modalità per gestire quelle che si dovessero verificare.Al fine di adempiere tale obbligo deve designare preventivamente i lavoratori incaricati alla gestione delle emergenze, prevedendo la partecipazione di detti soggetti al corso.Tale corso ha lo scopo di fornire le conoscenze teorico – pratiche previste dal D.M. 10.03 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”. Esso stabilisce i criteri per valutare il rischio incendio e le modalità per la gestione di un eventuale emergenza.

A chi è rivolto il corso

Il corso è rivolto a tutti gli addetti designati dal Datore di Lavoro a ricoprire l’incarico di addetto alla lotta antincendio e alla gestione delle emergenze, nonché al Datore di Lavoro stesso qualora voglia ricoprire personalmente tale incarico.

Contenuto del corso

Il corso è così suddiviso:

  • Parte teorica dove verranno illustrati concetti generali di incendio e prevenzione, protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio
  • Parte pratica comprendenti esercitazioni

Inoltre per ciascun partecipante è previsto:

  • Presenza di un tecnico specializzato per l’assistenza ai partecipanti
  • Fornitura di una cartellina contenente: dispensa del corso (stampabile), testo unico sulla sicurezza D.lgs 81/08 aggiornato al D.lgs 106/09,, D.M. 10.03.98, altri decreti e circolari, un blocco per gli appunti, penna.
  • Fornitura di 1 estintori a Co2 per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura vasca a gas gpl per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura dei dispositivi di protezione individuale: casco, tuta in nomex, guanti , coperta antifiamma ecc..
  • Test di verifica dell’apprendimento

Al termine del corso, per ciascun partecipante, sarà rilasciato un attestato di frequenza e un attestato all’azienda con riportato il nominativo dei partecipanti.

Il corso necessita di un aggiornamento

Secondo quanto stabilito dalla Circolare dei Vigili del Fuoco del 23/02/2011 è previsto l’aggiornamento di 5 ore con cadenza triennale (riguardante teoria ed esercitazioni pratiche).

Antincendio per Attività a BASSO rischio

Il datore di lavoro ha l’obbligo, secondo quanto disposto dalla Sezione VI del D.Lgs. 81/08 “Gestione delle emergenze”, in particolare all’art. 43 e 46, di prevenire le situazioni di emergenza o comunque prevederle proceduralizzando le modalità per gestire quelle che si dovessero verificare.

Al fine di adempiere tale obbligo deve designare preventivamente i lavoratori incaricati alla gestione delle emergenze, prevedendo la partecipazione di detti soggetti al corso.

Tale corso ha lo scopo di fornire le conoscenze teorico – pratiche previste dal D.M. 10.03 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”. Esso stabilisce i criteri per valutare il rischio incendio e le modalità per la gestione di un eventuale emergenza.

A chi è rivolto

Il corso è rivolto a tutti gli addetti designati dal Datore di Lavoro a ricoprire l’incarico di addetto alla lotta antincendio e alla gestione delle emergenze, nonché al Datore di Lavoro stesso qualora voglia ricoprire personalmente tale incarico.

Contenuto del corso

Il corso è così suddiviso:

  • Parte teorica dove verranno illustrati concetti generali di incendio e prevenzione, protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio
  • Parte pratica comprendenti esercitazioni

Inoltre per ciascun partecipante è previsto:

  • Presenza di un tecnico specializzato per l’assistenza ai partecipanti
  • Fornitura di una cartellina contenente: dispensa del corso (stampabile), testo unico sulla sicurezza D.lgs 81/08 aggiornato al D.lgs 106/09,, D.M. 10.03.98, altri decreti e circolari, un blocco per gli appunti, penna.
  • Fornitura di 1 estintori a Co2 per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura vasca a gas gpl per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura dei dispositivi di protezione individuale: casco, tuta in nomex, guanti , coperta antifiamma ecc..
  • Test di verifica dell’apprendimento

Al termine del corso, per ciascun partecipante, sarà rilasciato un attestato di frequenza e un attestato all’azienda con riportato il nominativo dei partecipanti.

Aggiornamento

Secondo quanto stabilito dalla Circolare dei Vigili del Fuoco del 23/02/2011 è previsto l’aggiornamento di 2 ore con cadenza triennale (riguardante esercitazioni pratiche).

Antincendio per Attività a BASSO rischio

Il datore di lavoro ha l’obbligo, secondo quanto disposto dalla Sezione VI del D.Lgs. 81/08 “Gestione delle emergenze”, in particolare all’art. 43 e 46, di prevenire le situazioni di emergenza o comunque prevederle proceduralizzando le modalità per gestire quelle che si dovessero verificare.

Al fine di adempiere tale obbligo deve designare preventivamente i lavoratori incaricati alla gestione delle emergenze, prevedendo la partecipazione di detti soggetti al corso.

Tale corso ha lo scopo di fornire le conoscenze teorico – pratiche previste dal D.M. 10.03 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”. Esso stabilisce i criteri per valutare il rischio incendio e le modalità per la gestione di un eventuale emergenza.

A chi è rivolto

Il corso è rivolto a tutti gli addetti designati dal Datore di Lavoro a ricoprire l’incarico di addetto alla lotta antincendio e alla gestione delle emergenze, nonché al Datore di Lavoro stesso qualora voglia ricoprire personalmente tale incarico.

Contenuto del corso

Il corso è così suddiviso:

  • Parte teorica dove verranno illustrati concetti generali di incendio e prevenzione, protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio
  • Parte pratica comprendenti esercitazioni

Inoltre per ciascun partecipante è previsto:

  • Presenza di un tecnico specializzato per l’assistenza ai partecipanti
  • Fornitura di una cartellina contenente: dispensa del corso (stampabile), testo unico sulla sicurezza D.lgs 81/08 aggiornato al D.lgs 106/09,, D.M. 10.03.98, altri decreti e circolari, un blocco per gli appunti, penna.
  • Fornitura di 1 estintori a Co2 per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura vasca a gas gpl per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura dei dispositivi di protezione individuale: casco, tuta in nomex, guanti , coperta antifiamma ecc..
  • Test di verifica dell’apprendimento

Al termine del corso, per ciascun partecipante, sarà rilasciato un attestato di frequenza e un attestato all’azienda con riportato il nominativo dei partecipanti.

Aggiornamento

Secondo quanto stabilito dalla Circolare dei Vigili del Fuoco del 23/02/2011 è previsto l’aggiornamento di 2 ore con cadenza triennale (riguardante esercitazioni pratiche).

Antincendio per Attività a MEDIO rischio

Il datore di lavoro ha l’obbligo, secondo quanto disposto dalla Sezione VI del D.Lgs. 81/08 “Gestione delle emergenze”, in particolare all’art. 43 e 46, di prevenire le situazioni di emergenza o comunque prevederle proceduralizzando le modalità per gestire quelle che si dovessero verificare.Al fine di adempiere tale obbligo deve designare preventivamente i lavoratori incaricati alla gestione delle emergenze, prevedendo la partecipazione di detti soggetti al corso.Tale corso ha lo scopo di fornire le conoscenze teorico – pratiche previste dal D.M. 10.03 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”. Esso stabilisce i criteri per valutare il rischio incendio e le modalità per la gestione di un eventuale emergenza.

A chi è rivolto il corso

Il corso è rivolto a tutti gli addetti designati dal Datore di Lavoro a ricoprire l’incarico di addetto alla lotta antincendio e alla gestione delle emergenze, nonché al Datore di Lavoro stesso qualora voglia ricoprire personalmente tale incarico.

Contenuto del corso

Il corso è così suddiviso:

  • Parte teorica dove verranno illustrati concetti generali di incendio e prevenzione, protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio
  • Parte pratica comprendenti esercitazioni

Inoltre per ciascun partecipante è previsto:

  • Presenza di un tecnico specializzato per l’assistenza ai partecipanti
  • Fornitura di una cartellina contenente: dispensa del corso (stampabile), testo unico sulla sicurezza D.lgs 81/08 aggiornato al D.lgs 106/09,, D.M. 10.03.98, altri decreti e circolari, un blocco per gli appunti, penna.
  • Fornitura di 1 estintori a Co2 per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura vasca a gas gpl per la prova pratica di spegnimento
  • Fornitura dei dispositivi di protezione individuale: casco, tuta in nomex, guanti , coperta antifiamma ecc..
  • Test di verifica dell’apprendimento

Al termine del corso, per ciascun partecipante, sarà rilasciato un attestato di frequenza e un attestato all’azienda con riportato il nominativo dei partecipanti.

Il corso necessita di un aggiornamento

Secondo quanto stabilito dalla Circolare dei Vigili del Fuoco del 23/02/2011 è previsto l’aggiornamento di 5 ore con cadenza triennale (riguardante teoria ed esercitazioni pratiche).

Mit Italy - Gli-impianti-di-rilevazione-incendio-e-la-nuova-norma-tecnica-UNI-9795-21

Gli impianti di rilevazione incendio e la nuova norma tecnica UNI 9795/21

Nel mese di dicembre 2021 è stata emanata, la sesta edizione della norma UNI 9795/2021 che recita: “nuovi criteri per la progettazione, l’installazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio”. Il nuovo testo contiene diverse novità rispetto alla precedente versione (edizione ottobre 2013); infatti sono molti e importanti gli aggiornamenti introdotti, dovuti necessariamente ad un dinamico sviluppo sia tecnologico che normativo in questo specifico settore. La finalità del presente articolo è quella di analizzare ed esporre alcuni aspetti specifici che la nuova norma UNI 9795/2021 fornisce al progettista nell’ambito della progettazione antincendio adottando le soluzioni adeguate alla tipicità dell’attività oggetto di realizzazione.

Un sistema di rivelazione efficace di un principio d’incendio, mediante l’ausilio di dispositivi di allarme ottico o acustico maggiormente performanti, permette di ridurre drasticamente i tempi di intervento consentendo di operare già nella fase iniziale in cui esso si manifesta prima che questo possa diventare di grandi proporzioni e quindi difficilmente controllabile. A tale riguardo è stata emanata la norma UNI 9795:2021 dal titolo: “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio”; sostituendo la UNI 9795:2013.

La norma UNI 9795:2021: “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio”

Questo nuovo testo normativo stabilisce i criteri per la progettazione, l’installazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio. La norma UNI 9795:2021 si applica ai sistemi fissi automatici di:

  • Rilevazione;
  • Segnalazione manuale;
  • Allarme d’incendio.

collegati o meno ad impianti di estinzione o ad altro sistema di protezione, di nuova progettazione. La norma può essere utilizzata per tutti i casi di in stallazione di sistemi di rivelazione e allarme incendio. Questo provvedimento normativo rientra in un quadro più ampio delle norme di settore come ad esempio la serie UNI EN 54 e la UNI 11224.

Descrizione dei principali aspetti maggiormente significativi

Organizzazione di sistema

Sotto il profilo dell’impostazione di sistema, è stato previsto il nuovo schema della norma UNI EN54-1: nel blocco “Funzione di Comando per Segnalazioni” la centrale di rivelazione incendio viene posta allo stesso livello della centrale di evacuazione EVAC, anche se le funzioni di comando risultino differenti.

Progettazione

La norma presenta novità nell’ambito della progettazione, in particolare per le aree di sorveglianza tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. In alcuni casi specifici, gli spazi nascosti (controsoffitti e sottopavimenti) possono essere privi di protezione nel caso in cui ci siano specifiche peculiarità costruttive e contengano al loro interno solo cavi per sistemi di emergenza. Inoltre si specifica che per i controsoffitti e sottopavimenti è stata modificata l’altezza di riferimento che è passata da 1mt a 1,5mt, uniformandosi alle indicazioni vigenti in altri paesi UE.

Rivelatori puntiformi di calore

Per la parte della norma che tratta i rivelatori puntiformi di calore è stato previsto l’inserimento di nuove tabelle con la classificazione dei sensori e la loro distribuzione in relazione all’altezza del locale. Per alcune classi di rivelatori, l’applicazione è prevista solo per la protezione ad oggetto (es. quelli che presentano una temperatura di intervento elevata).

Rivelatori puntiformi di fumo

Ci sono novità per quanto riguarda la trattazione relativa ai rivelatori puntiformi di fumo, con diversi esempi per i soffitti inclinati e “a shed”. Inoltre vengono riportati i parametri utili per la protezione nel caso risultino presenti velette nei locali e istruzioni attinenti i controsoffitti grigliati.

Rivelatori lineari di fumo

Per i rivelatori lineari di fumo, sono riportate maggiori informazioni e immagini di esempio per il posizionamento dei dispositivi nelle diverse conformazioni dei soffitti: piani, inclinati, a shed, a cupola ecc..

Rivelatori di calore di tipo lineare

Per quanto riguarda i rivelatori di calore di tipo lineare (denominati anche “cavi termosensibili”) sono state ridefinite le tecnologie e aggiunte le tabelle con i criteri di scelta in funzione della classe/ temperatura e dell’altezza del locale protetto. Anche in questa parte della trattazione è riportata una nuova figura sulla copertura e sul posizionamento di questa tipologia di rivelatori.

Rivelatori di fumo ad aspirazione

Per tali dispositivi è meritevole evidenziare l’inserimento dei due rapporti tecnici pubblicati in precedenza, UNI/TR 11694:2017, relativo ai rivelatori di fumo ad aspirazione (ASD), e UNI/TR 11607:2015, relativo ai dispositivi di segnalazione ottica/acustica. Nella parte che tratta il dimensionamento dei rivelatori di fumo ad aspirazione (ASD), viene specificato il termine di “zona di protezione” (non viene considerato il guasto ventola o CPU o alimentazione), per tale motivo in ciascuna zona di allarme si dovrà prevedere un rivelatore ASD che abbia tali specificità. Inoltre è stata aggiornata la tabella sulla classe di sensibilità del rivelatore e sull’altezza del locale da proteggere. Tale aggiornamento consente di poter impiegare i rivelatori ASD in locali particolarmente alti (fino a 20mt) purché siano configurati in classe A e validati con prova reale di fumo. Infine in analogia a quanto già contenuto nell’ UNI/TR 11694, sono state inserite diverse figure dimostrative utili all’impiego di tali sistemi.

Dispositivi locali di segnalazione ottica e acustica

Sono stati introdotti diversi aggiornamenti per quanto riguarda la trattazione dei dispositivi locali di segnalazione ottica e acustica, similarmente a quanto previsto con i rivelatori ASD. Tra i vari aggiornamenti, a titolo di esempio, è stato avvalorato il concetto di “dispositivo primario di segnalazione dell’allarme”, che deve essere definito dal progettista e può essere di tipo acustico, ottico VAD oppure ottico/acustico. Nella trattazione di tale argomento sono state inserite una tabella di riferimento sul livello di rumore ambientale tipico e una tabella esaustiva su come l’illuminazione del locale possa migliorare o peggiorare la copertura luminosa di un dispositivo ottico VAD, cambiandone anche notevolmente le prestazioni dichiarate dal fabbricante.

Sistema vocale EVAC

Nella norma viene consigliato di conformare il tono acustico di allarme e preallarme alle indicazioni della norma UNI 11744. Qualora sia presente un sistema vocale EVAC, la norma prescrive che le segnalazioni acustiche debbano essere “silenziate” per non interferire negativamente sui parametri di intelligibilità richiesti per il sistema vocale di emergenza. Nel caso in cui la centrale non risulti sotto costante controllo da parte del personale addetto, deve essere previsto un sistema di trasmissione verso un centro di ricezione degli allarmi. Questa connessione deve prevedere l’utilizzo di un dispositivo UNI EN54-21 interconnesso ad una stazione ricevente conforme alla UNI CEI EN50518.

Apparecchiatura di alimentazione

L’apparecchiatura di alimentazione è un dispositivo di ausilio al sistema fisso automatico di rivelazione e di segnalazione allarme incendio che fornisce alimentazione alla centrale di controllo e segnalazione e/o ad altri apparati, inclusi quelli alimentati direttamente dalla centrale. L’apparecchiatura di alimentazione può essere:

  • di tipo integrato, nel caso in cui risulti all’interno ad altri dispositivi come ad esempio la centrale e non sia possibile per il fabbricante specificare il campo della tensione di uscita dell’apparecchiatura di alimentazione e di ingresso al dispositivo (oppure i campi, qualora siano maggiori di uno) e la cui sostituzione o riparazione richiede la sostituzione parziale o totale del dispositivo;
  • di tipo non integrato, qualora non si verifichino le condizioni che classifichino l’apparecchiatura di alimentazione come integrata nel dispositivo.

Centrale di controllo

La centrale di controllo e segnalazione è descritta, nel testo normativo, come elemento integrato ad un sistema fisso automatico di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio, mediante il quale gli altri componenti del sistema possono essere alimentati. La centrale di controllo effettua le seguenti funzioni essenziali:

  • riceve le segnalazioni dai rivelatori e/o dai punti di segnalazione manuale ad essa collegati;
  • elabora tali segnalazioni al fine di generare un’eventuale condizione di allarme incendio;
  • indica la condizione di allarme incendio in modo acustico e luminoso;
  • in relazione alla specificità del sistema, trasmette la condizione di allarme incendio ai dispositivi di segnalazione acustica e luminosa, alla centrale di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale, al dispositivo di trasmissione verso una centrale di ricezione remota, ai sistemi di protezione contro l’incendio (es. impianto di estinzione automatica), ai pannelli ripetitori e/o ad altri sistemi ausiliari (es. i sistemi di supervisione grafica);
  • segnala l’origine del pericolo ad esempio: attraverso l’identificazione del dispositivo in allarme interno alla zona oggetto della situazione di criticità
  • esegue il monitoraggio del regolare funzionamento del sistema e genera una segnalazione acustica e luminosa di guasto in caso di corto circuito, interruzione di linea, guasto di un dispositivo, guasto di alimentazione, ecc.;
  • in caso di necessità, trasmette funzioni sussidiarie al sistema di visualizzazione grafica e la condizione di guasto al dispositivo di trasmissione verso una centrale remota di ricezione.

Nel caso in cui la centrale non sia sotto costante controllo del personale addetto, va previsto un sistema di trasmissione verso un centro di ricezione degli allarmi

Conclusioni

I contenuti riportati nel nuovo testo normativo evidenziano rilevanti innovazioni in linea con i contenuti tecnici posti in essere e utilizzati in altri paesi. La nuova versione della norma contempla una considerevole quantità di informazioni utili e indispensabili per i progettisti.

Fonte: Articolo a cura di Ing. Corrado Romano, Comandante Vigili del fuoco Cuneo epc.it

Le nuove frontiere dell’antincendio: gli incendi causati dalle batterie a ioni di litio.

L’ormai inarrestabile diffusione esponenziale dell’utilizzo di batterie agli ioni di litio in vari settori tecnologici di avanguardia (dai computer ai robot, dalle macchine elettriche a quelle ibride, ecc.) e la conseguente variazione delle valutazioni di rischio d’incendio derivanti da questa nuova tipologia di batterie, con un crescente numero di incendi causati, ha indotto il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ad affrontare il tema con lo studio approfondito del fenomeno “incendi derivanti dall’utilizzo di batterie agli ioni di litio”, unitamente ad altre istituzioni quali ENEA ed Università di Roma “La Sapienza”, elaborando una linea guida ad hoc.

Da quando esiste l’uomo, il fuoco è sempre stato l’elemento che ha, di fatto, consentito il progresso e l’evoluzione dell’umanità stessa. Il fuoco è la risultante di molte reazioni chimiche esotermiche che governano gran parte dei processi industriali produttivi ed è anche la risultante delle combustioni necessarie a produrre ed immagazzinare l’energia necessaria, oggi più che mai, per accompagnare il rapido e tumultuoso progresso tecnologico del quale siamo tutti testimoni in questi ultimi decenni. L’uomo ha dovuto imparare a “governare” gran parte di quei processi di combustione che consentono la produzione e l’immagazzinamento dell’energia indispensabile per la vita della civiltà moderna. Ma non sempre, per l’uomo, è possibile prevedere e prevenire alcune degenerazioni conseguenti alle trasformazioni di energia, trasformazioni che finiscono sempre nel produrre calore, che è la forma più degradata che accompagna le trasformazioni di energia predette. “Calore” significa “temperatura” e “temperatura”, in presenza di sostanze combustibili (in natura tutto è combustibile) e di comburente (l’ossigeno contenuto nell’aria) provoca sovente le condizioni affinché si sviluppi un incendio. Questa premessa è per dire che l’uomo non può fare a meno del fuoco e di chi interviene per estinguerlo quando il fuoco si sviluppa in condizioni ed in ambienti non facilmente gestibili per l’uomo stesso, tenuto conto che il progresso tecnologico propone sempre nuove combinazioni di processi chimico-fisici che comportano la necessità di nuove conoscenze anche nel mondo dell’estinzione degli incendi.

Gli accumulatori costituiti da batterie agli ioni di litio

Tutto questo preambolo è necessario per introdurre una nuova realtà che sta rapidamente emergendo nel mondo dell’estinzione degli incendi ed è la realtà conseguente all’ormai massiccio uso di accumulatori costituiti da batterie agli ioni di litio. Tale uso, ormai largamente diffuso, e la conseguente crescita esponenziale di incendi causati da questa tipologia di batterie agli ioni di litio, soprattutto nella fase di ricarica, ha indotto il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, in sinergia con altre istituzioni competenti nel settore della ricerca, ad attivare una serie di studi finalizzati ad esaminare ed approfondire tale tipologia di utilizzo e, soprattutto, ad individuare efficaci sistemi di prevenzione e di estinzione per gli eventuali fenomeni degenerativi collegati ai procedimenti chimico-fisici che caratterizzano i sistemi di accumulazione di energia a base di ioni di litio. Basterebbe consultare le recenti statistiche sulle varie tipologie di incendi, anche interrogando semplicemente il sito ufficiale dei Vigili del fuoco (www.vigilfuoco.it), per scoprire che la frequenza e la gravità di eventi di incendio, causati dalle batterie agli ioni di litio, soprattutto in fase di ricarica, è talmente elevata da rappresentare una vera e propria emergenza nazionale, al punto tale di avere già indotto il Ministero dell’Interno/Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ad emanare un Decreto (Il Decreto del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, ing. Dattilo, n. 34 del 29 gennaio 2019) con il quale si istituisce un Gruppo di Lavoro (GdL) per la “Valutazione dei rischi connessi con lo stoccaggio dei sistemi di accumulo innovativi (batterie agli ioni di litio, polimeri di litio, litio metallico, ecc.) e predisposizione di specifiche misure di prevenzione, protezione e gestionali per il contrasto del rischio d’incendio ed esplosione che può interessare il medesimo stoccaggio”; il GdL, coordinato da un Dirigente del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, e del quale hanno fatto parte, tra gli altri, alcuni ricercatori dell’ENEA e docenti dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha elaborato uno studio/linea guida, di ben 586 pagine, suddiviso in 7 capitoli, uno dei quali si occupa proprio dell’ampia casistica incidentale disponibile a livello internazionale. (https://www.vigilfuoco.it/allegati/biblioteca/RischiConnessiConLoStoccaggioDiSistemiDiAccumuloLitio-Ione.pdf).

La ricerca di soluzioni adeguate per la prevenzione e lo spegnimento

La più che ricca casistica di incendi ed esplosioni causati dagli “accumulatori litio-ione”, di cui si è già occupata anche la letteratura specialistica internazionale, ha fatto sì che molti operatori del settore antincendio si siano attivati per trovare soluzioni adeguate sia nelle prevenzione che nello spegnimento degli incendi, sempre più diffusi, causati dagli accumulatori litio-ione, la cui diffusione, si ripete, ha raggiunto livelli imprevedibili, visto il largo uso che ormai se ne fa in tutti i luoghi di lavoro e nelle abitazioni domestiche, oltre che nelle vetture ibride ed a trazione elettrica.

Il dispositivo PTC

Sarebbe interessante, ma in questa sede non è possibile, approfondire proprio l’evoluzione tecnologica che è avvenuta a partire da quando, nel 1991, la Sony immise nel mercato le prime batterie a ioni di litio con catodo in cobaltite, determinando, di fatto, una rivoluzione dell’elettronica di consumo, ma non si può, tuttavia, non sottolineare come, ancor oggi, gli attuali accumulatori agli ioni di litio presentino alcuni punti deboli che, oggi, sono tenuti sotto controllo dai sistemi elettronici di gestione e controllo (cosiddetti BMS), dai dispositivi di sicurezza presenti a bordo cella (come il CID-Current Interruction Device oppure il PTC-Positive Temperature Coefficient expansion device) e dal dispositivo di venting: si evidenzia che, nelle apparecchiature di vecchia fabbricazione (robot, computer, ecc.), non era ancora presente il dispositivo PTC sopra indicato, reso oggi obbligatorio (viene esplicitamente richiesto dalla normativa ai produttori che utilizzano accumulatori agli ioni di litio): questo per sottolineare che la criticità di un sistema di accumulatori litio-ione, senza il dispositivo PTC, è elevatissima e può essere, probabilisticamente parlando, la causa originaria di molti incendi…..tant’è che se ne sono occupati sia i Vigili del fuoco che i ricercatori dell’ENEA e l’Università di Roma “La Sapienza”.

La criticità di un sistema di accumulatori litio-ione, senza il dispositivo PTC, è elevatissima e può essere, probabilisticamente parlando, la causa originaria di molti incendi.

Lo studio del CNVVF, con la collaborazione di ENEA e Università degli Studi di Roma

Lo studio/linea guida, svolto dal Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco con la collaborazione di ENEA e Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, supportato da sperimentazioni eseguite presso il Centro di Ricerche Casaccia (Roma) ha riguardato proprio le criticità sopra indicate; in sostanza, le batterie a ioni di litio vengono immesse in commercio corredate di specifiche tecniche nelle quali il produttore definisce, tra l’altro, la cosiddetta finestra operativa, ovvero il campo di temperature (T) e tensione (V) all’interno del quale si può operare in sicurezza; all’esterno di questo campo si entra in quello delle condizioni di “abuso” ( termico, elettrico e meccanico) che possono evolvere in tre tipologie di eventi indesiderati e cioè il rigonfiamento della cella (swelling), l’emissione di gas e vapori dal dispositivo di sfogo (venting) e l’innesco di reazioni auto catalitiche (thermal runaway) con rapido aumento della temperatura e della pressione per formazione di composti a basso peso molecolare, tra i quali CO e H2, con conseguente incendio o esplosione (in analisi del rischio si definisce “worst case”).

La rigorosa comparazione tecnicoscientifica tra le proposte di estinguenti

In conseguenza di tutto quanto sopra rappresentato, il mondo dell’antincendio si è attivato per trovare soluzioni idonee ed efficaci finalizzate a fronteggiare lo sviluppo di incendi causati dall’utilizzo di batterie agli ioni di litio, tenendo conto che tutti gli estinguenti tradizionali (acqua, biossido di carbonio, polvere, schiuma) non sembrano risultare efficaci su tali tipologie di incendi. Del resto, è del tutto evidente che un incendio che interessa gli ioni di litio, non è catalogabile nelle classi di fuoco tradizionali e neanche nella classe “D” (fuoco di metalli), poiché gli ioni di litio, sono “ioni” e non metallo: è quindi partita la “corsa” della ricerca ad individuare, provare e sperimentare nuove tipologie di estinguenti, specifiche per questa nuova frontiera degli incendi. In questa fase, bisognerà essere molto attenti e rigorosi nello sperimentare la reale efficacia dei nuovi estinguenti su scenari di incendio realmente ipotizzabili e ripetibili in prove su scala reale da predisporre ed effettuare in campi prove affidabili e credibili, auspicabilmente con la supervisione del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. Sarà indispensabile predisporre e verificare una rigorosa comparazione tecnico-scientifica tra le varie proposte di estinguenti che, inevitabilmente, saranno presentati dai produttori del settore, nella legittima aspirazione di ricavarsi ed accaparrarsi una parte di questa nuova frontiera dell’antincendio. È auspicabile che il Corpo Nazionale dei Vigili del
fuoco, dopo aver approfondito la tematica con lo studio svolto in collaborazione con Enea ed Università
di Roma “La Sapienza”, di cui sopra, coordini e diriga la fase sperimentale necessaria ad individuare la reale efficacia dei nuovi estinguenti che già vengono proposti dall’industria di settore, anche al fine di evitare la proliferazione di soluzioni palliative ed inefficaci che sempre caratterizzano le fasi iniziali delle nuove ricerche specifiche di settore.

Fonte: Articolo a cura di Sandro Marinelli epc.it

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